I manufatti in cartapesta esposti sono esemplari testimonianze di un'arte che, nata come espressione povera, riproponeva e imitava, con un “umile impasto di carta”, materiali ben più pregevoli e costosi, quali il legno, la pietra o il marmo.


L’arte della cartapesta, le cui origini restano incerte, ebbe larga diffusione nel Regno di Napoli e grande fortuna nell’intera Terra d’Otranto, specialmente tra il XIX e il XX secolo.

Tra le cartapeste in museo si segnalano una coppia di Angeli, che un tempo erano posti a corredo dell’antica corona lignea della basilica, e un rilievo raffigurante la Madonna del rosario con S. Domenico e S. Caterina, che lo scultore cartapestaio leccese Arturo De Vitis firmò nel 1900.